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Non è ancora chiaro se chi ha promesso l'happy hour della cancellazione dell'imu sia uno sbruffone, un populista o un incosciente. Dopo giorni di conti incrociati il ministro dell'economia Saccomanni ha gettato la spugna: l'imu per imprese e capannoni non si può eliminare. E sulla prima casa vedremo.

Del resto i numeri parlano da soli. L'imu prima abitazione vale circa 4 miliardi di euro, mentre quella su fabbricati e capannoni industriali 10. Mentre dunque le imprese soffrono e l'occupazione è il problema più grave dell'Italia, su spinta del Pdl, che ne fa ormai una questione di principio, l'imposta sulle attività economiche non si tocca, per permettere di alleggerire quella sull'abitazione.

E così commercianti, albergatori, artigiani, costruttori se ne facciano una ragione. Il consiglio dei ministri di venerdì procederà con la semplice sospensione della rata di giugno dell'imu sulla prima abitazione. Attenzione però: la sospensione non significa cancellazione, ma è di fatto un rimandare la patata bollente.

La vera sfida si gioca infatti a Bruxelles. Il governo vuole ottenere l'autorizzazione a infrangere il tetto del deficit fissato al 3%. Senza questo placet ogni revisione dell'imu farebbe immediatamente saltare i conti. Tra gli argomenti che il ministro Saccomanni ha tirato fuori durante l'ultima riunione dell'ecofin, di fronte ai suoi omologhi europei, c'è naturalmente lo spettro recessivo che appesantisce l'economia italiana e la sfiducia dei consumatori. Ma soprattutto c'è l'autorizzazione ricevuta da Francia e Spagna a superare il tetto del deficit.

Ma a Bruxelles ci guardano con sospetto. se è pur vero che altri paesi possono infrangere il tetto del 3% (la Spagna è a oltre il 10%) nessun'altro paese ha un debito come il nostro e per questo non sarà facile spuntarla.