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Legge di Stabilità, passa anche l'articolo che frena il mercato immobiliare

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Pubblicato da Dimensione Casa in Blog · 27 Dicembre 2013
Tags: leggestabilitàmercatoimmobiliare

Nelle ultime settimane prima dell'approvazione del Ddl Stabilità – il provvedimento è stato votato in Senato e quindi trasformato in legge nel tardo pomeriggio di oggi - si è parlato molto, anzi moltissimo, di nuova Service tax sulla prima casa, delle aliquote a discrezione dai Comuni e - polemica delle ultime ore - della norma anti-affitti d'oro nella Pubblica amministrazione (26 milioni di euro di spese l'anno solo alla Camera), che sarà risolta con un decreto ad hoc che potrebbe essere discusso già il 27 dicembre.

Passato sotto silenzio, invece, l'articolo 35 della stessa legge, dove vengono introdotti una serie di nuovi obblighi che hanno tutte le caratteristiche per rallentare ulteriormente il mercato immobiliare.

Un mercato destinato a chiudere il bilancio 2013 con scambi che solo sul segmento residenziale raggiungeranno a fatica quota 400mila unità abitative, tornando così indietro ai livelli degli anni 80.

Ma cosa prevede esattamente l'articolo 35?

Così scrive il testo di fresca approvazione: “Il notaio o altro pubblico ufficiale” sarà “tenuto a versare su apposito conto corrente dedicato” il prezzo pattuito per la vendita dell'immobile o “altri corrispettivi” versati, comprese ad esempio le “somme destinate all'estinzione delle spese condominiali non pagate”, più tutte “le somme dovute a titolo di onorari, rimborsi spese diritti accessori e tributi” legati alle transazione immobiliare.

Il denaro rimarrà letteralmente parcheggiato in banca, fino a che il notaio non avrà trascritto l'atto di vendita.

Dopo di che gli importi potranno essere svincolati.

E gli interessi sulle somme depositate nel frattempo maturati sul conto corrente - interessi che saranno variabili, visto che per trascrivere l'atto di vendita c'è tempo fino a 30 giorni dalla firma del rogito - saranno “finalizzati - dice testualmente la neo-legge - al netto delle spese di gestione del servizio, a rifinanziare i fondi di credito agevolato, destinati ai finanziamenti alle piccole medie imprese”.

Gli interessi sulle transazioni – raccolti con ogni probabilità in un conto corrente unico gestito dal Consiglio nazionale del Notariato, anche se sul punto il dettato normativo non entra nei dettagli - saranno quindi riscossi dallo Stato e poi utilizzati per rilanciare le Pmi.

A commentare con Monitorimmobiliare il provvedimento è Valerio Angeletti presidente nazionale Fimaa (Federazione italiana mediatori e agenti d'affari), che commenta a caldo la novità passata sotto i radar di gran parte degli operatori: “si tratta anzitutto di un ulteriore aggravio di passaggi e incombenze, che andranno a complicare le compravendite e non certo un provvedimento nella direzione, più volte annunciata, della semplificazione degli adempimenti burocratici in generale”.

Ci sono poi altri due aspetti da considerare: “quello attuale è un mercato soprattutto di sostituzione – spiega Angeletti – dove il proprietario vende un immobile e con il ricavato, o parte del ricavato, acquista un altro immobile: la mancata disponibilità per un certo periodo di tempo della cifra ricavata dalla prima vendita implica un ritardo forzato nel secondo acquisto.

Lo stesso ritardo nell'incassare la liquidità lo soffriranno i costruttori che vendono il residenziale nuovo e che oltre al mutuo contratto con le banche, se non incassano, avranno anche problemi di scoperto di conto”.




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