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Il governo Letta nasce con il rompicapo dell'imu

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Pubblicato da Dimensione Casa in Blog News · 26 Aprile 2013
Tags: imugovernolettatassecrisi

Il governo di Enrico Letta se la gioca prima ancora di nascere sull'imu. Dal Pdl arriva una sorta di aut aut: cancelliamola sulla prima casa o noi non ci stiamo. Ma è noto che se così si facesse aumenterebbe di un punto percentuale il deficit del nostro paese e la conseguenza sarebbe un'altra manovra economica. Scelta Civica cerca di mediare e propone solo delle modifiche. Chi la spunterà?

La proposta del Pdl, che in campagna elettorale ha promesso la cancellazione dell'imu prima casa e la restituzione di quella pagata nel 2012, costerebbe 8 miliardi di euro. Il Pd invece propone un aumento della detrazione di base, da 200 a 500 euro, che costerebbe comunque 2,5 miliardi ma aiuterebbe le fasce meno ricche della popolazione. Anche scelta civica in campagna elettorale ha suggerito il raddoppio della detrazione per figli e pensionati.

Ma il problema sono le coperture: il Pdl vuole raddoppiare la tassa su alcolici, giochi e tabacchi, ma non è detto che garantirebbe il gettito necessario, perché quando si eccede con questo tipo di rincari molte persone come conseguenza fumano, bevono e giocano meno e le entrate previste non si verificano. Il Pd propone invece di aumentare l'imposta sulle case di lusso. E da Fratelli d'Italia arriva la proposta di rimborsare l'imu del 2012 con btp decennali.

Intanto anche il Movimento 5 Stelle, pur essendo fuori dalla coalizione che sosterrà il nuovo governo, ha presentato la sua proposta di cancellazione imu prima casa a partire dal 2013, ma senza rimborso per il 2013. Sarebbero escluse dal pacchetto le case si lusso e in questo modo l'operazione costerebbe 4 miliardi. Anche in questo caso le coperture sono il nodo. Si propone:

- Aumento delle tasse sulle vincite alle slot machine dal 12 al 26% (contestato dalla ragioneria dello stato: se calano i premi, calano le giocate e le entrate sono inferiori al previsto).

Una "cedolare secca" del 27% sulle plusvalenze derivate dalla cessione di partecipazioni o sui derivati.

- Un aumento fino allo 0,3% della tobin tax.





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